Parlando di bassa autostima, viene spontanea questa domanda: “Quante volte vi sarà capitato di non sentirvi all’altezza di un compito, magari di non essere mai abbastanza?” Chi più, chi meno, risponderà di si. Un po’ è normale, anche perché se non ci sentissimo mai insicuri, rischieremmo di avere un atteggiamento da sbruffone. Le persone che soffrono invece di problemi di autostima finiscono per avere molte aree della loro vita influenzate negativamente. Un atteggiamento dimesso può essere pervasivo per alcune persone, così da porre limiti ed arrivare fino ad essere invalidante.
L’autostima è l’opinione che ogni persona ha su sé stessa e sulle sue capacità.
Porta la persona a valutare se stesso tramite l’auto approvazione del proprio valore personale basandosi su autopercezioni e sull’identità che ci è stata “passata” nel corso degli anni. La parola autostima deriva appunto dal termine “stima”, ovvero la valutazione e l’apprezzamento di se stessi e degli altri. Può variare tra due estremi entrambi non veritieri e dannosi. Da una parte si colloca l’eccessiva autostima dove la persona si considera “il più” di tutti. Generalmente ricevono commenti quali “pallone gonfiato”, “sbruffone”, con l’uso di verbi quali “pavoneggiarsi” o in modo più giovanile “tirarsela”. Dall’altro estremo si colloca la bassa autostima che danneggia direttamente l’interessato con una qualità di vita inferiore di quella che potrebbe avere.
La prima caratteristica è la mancanza di fiducia in sé stessi, pensiamo di non farcela. La seconda è che si vivono costantemente dubbi e incertezze. Poi paura del fallimento, si può anche mettere in atto autosabotaggio. Altre caratteristiche della bassa autostima è che per bisogno di compiacere gli altri si trascurano i propri bisogni e sentimenti, si è sensibili alle critiche e anche dei commenti positivi. Queste caratteristiche possono arrivare fino all’isolamento sociale. É stato dimostrato che un eccesso di bassa autostima possa indurre problemi di natura fisica e anche psichica. Tra le problematiche di natura psichica possono rientrare dipendenza affettiva, depressione, ansia, anoressia, attacchi di panico, fobia, stress e anche abusi di sostanze.
La causa di bassa autostima maggiormente studiata e presente in letteratura riguarda la discrepanza tra la propria immagine ideale e quella percepita. Spieghiamo meglio. Ogni persona ha un ideale di sé, per esempio di essere una persona in gamba che se decide di darsi un obiettivo, lo riesce a raggiungere senza troppi problemi. L’obiettivo potrebbe essere una dieta per perdere dieci chili. Nella realtà non sempre rispettiamo gli impegni presi con noi stessi e, per vari motivi, continuiamo a mangiare più di quello stabilito. Alla fine non siamo dimagriti degli sperati dieci chili ma solo di uno. Questo finale probabilmente ci deprime perché non abbiamo raggiunto il “meno dieci” e anche perché la nostra immagine personale ne ha risentito, non siamo così in gamba da raggiungere con facilità gli obiettivi. Avere una immagine di sé ideale eccessivamente alta e non sostenibile, fa sì che l’immagine reale sia confrontata e ne esca schiacciata e svalutata. Alla fine si può concludere con un deludente “ io alla fine non sono un gran che”. Continuando in questa direzione, i sentimenti saranno di delusione tristezza e svalutazione della nostra persona. La volta successiva che vorremmo darci un obiettivo, proprio perché abbiamo una bassa autostima, magari desistiamo prima ancora di iniziare. Altro fattore che influenza molto l’autostima è l’identità che si è formata attraverso il rimando di chi ci sta intorno. Primariamente i genitori hanno dato dei giudizi come “sei bello” ma anche “sei uno scemo”. Poi fratelli e sorelle , ma anche compagni di scuola, professori, amici ecc. Tutti questi giudizi tendono a sedimentare nel nostro inconscio ed influenzano molto l’autostima.
Serve un lavoro paziente per conoscersi meglio, esplorando il proprio mondo interiore in tutta la sua complessità. Serve focalizzare l’attenzione sui propri “aspetti negativi” per rivalutarli e anche sostenendo le proprie risorse. Occorre anche domandarsi che obiettivi davvero si vuole raggiungere, perché magri, molti ci sono stati dati dalla società che ci vorrebbe in un modo o anche dai nostri genitori che ci volevano in una certa maniera piuttosto che un’altra. Per migliorare l’autostima, è utile anche esplorare e conoscere le proprie emozioni, a volte distruttive ma altre volte potrebbero essere di sostegno. Altro elemento di cui serve occuparci è il proprio sé ideale. Si tratta di farsi aiutare nella revisione dei propri ideali, delle proprie ambizioni, delle proprie aspirazioni, lavorare quindi sull’immagine di sé.
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