Capita a tutti di avere qualche malessere fisico, in genere, in base alla gravità possiamo essere più o meno preoccupati. È frequente che, assorbiti dalla routine incalzante tipica dei giorni nostri, si dia poco peso, magari un pastiglia e via. Tuttavia, per alcune persone la preoccupazione può trasformarsi in un’ossessione costante per la propria salute. Questo stato d’animo spesso è identificato come ipocondria. In questo articolo esploreremo in dettaglio i sintomi, le cause e le strategie di gestione dell’ansia legata all’ipocondria. Se ti riconosci in questa descrizione, non esitare a leggere avanti per comprendere meglio questo disturbo e come affrontarlo con le giuste risorse e supporti.
L’Ipocondria è un disturbo di natura psichica che si manifesta con un’eccessiva preoccupazione riguardo al proprio stato di salute e scatena la paura infondata di avere una grave malattia. Le preoccupazioni e le paure generate dall’ipocondria possono essere così intense da condizionare, anche profondamente, il lavoro e le relazioni sociali/affettive. Di fondo, c’è uno scollamento tra la gravità della malattia e l’ansia generata. Lo scollamento è così importante che potrebbe anche non essere presente nessuna malattia ma solo presunta. La paura o la convinzione di avere una malattia persistono nonostante le rassicurazioni mediche, è quindi frequente che chi soffra di ipocondria, consulti molti medici e ne sia spesso insoddisfatto e frustrato dal mancato riconoscimento della presunta malattia. Anche se non sia un dato scientifico comprovato, si ipotizza che l’incidenza sulla popolazione possa essere tra l’3% e il 8%. Ovviamente per poter diagnosticare l’ipocondria, servono esami e visite mediche al fine di escludere cause somatiche.
L’ipocondria presenta diverse analogie con i disturbi d’ansia, spesso infatti gli ipocondriaci manifestano dei sintomi simili a quelli avvertiti dalle persone ansiose: viene anche denominata con “disturbo d’ansia di malattia” che nella sua brevità, riesce a riassumerla molto bene. La paura costante di ammalarsi può condurre a uno stato di ipervigilanza nei confronti del proprio corpo, alimentando ulteriormente l’ansia e la preoccupazione: sono ossessionati dalla paura di avere una qualche grave patologia e si spaventano terribilmente a ogni minimo malessere.
Questo fa sì che facciano spesso visite presso specialisti medici ed esami diagnostici di varia natura. È frequente che per la stessa problematica consultino più medici, ogni volta non soddisfatti perché non sia stata individuata la malattia o almeno una gravità “soddisfacente”. I soggetti ipocondriaci spesso ritengono di non ricevere attenzioni e cure appropriate. Possono rifiutare fermamente gli inviti a rivolgersi ai servizi psicologici. Spinti dall’ansia, gli ipocondriaci, tendono spesso anche a misurarsi parametri medici in autonomia come frequenza cardiaca e pressione sanguigna. Gli ipocondriaci consultano spesso fonti mediche alla ricerca di maggiori informazioni ed è frequente che, spinti dalla nuove informazioni, si convincano di essere maggiormente malati. Chi soffre di ipocondria, in genere, è spesso concentrato sul proprio malessere e le conversazioni ricadono sulle proprie malattie lasciando poco spazio ad altri argomenti.
Le cause dell’ipocondria possono essere complesse e possono includere un varietà tra fattori genetici, esperienze personali passate, traumi emotivi e ansia generalizzata. Spesso, le persone affette da ipocondria possano aver vissuto in passato esperienze negative legate alla salute propria o altrui, o possano avere avuto carenze di sostegno emotivo durante malattie gravi di familiari o amici. L’esordio dell’ipocondria può avvenire in qualunque età anche se ha una maggiore frequenza tra i 20 e i 30 anni. In genere il decorso è cronico, a tratti con sintomi più marcati, a tratti meno.
Alcuni studiosi ritengono che l’ipocondria sia un’espressione di tratti di carattere, quindi molto radicata. Gli ipocondriaci hanno principalmente due approcci alla loro situazione. C’è chi è convinto che siano malattie mediche, preoccupazioni quindi giustificate e chi si rende conto che le sue paure siano eccessive al tempo stesso ne sia schiavo. La prima tipologia è molto difficile da convincere ad accettare un aiuto di tipo psicoterapico e farmacoterapico. La seconda è meglio disposta.
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