La parola stress è usata e abusata molto frequentemente. Chi non ha mai detto “sono stressato”? Credo nessuno. Anche se ormai diventata parola del dizionario di italiano, conviene sempre ricordare la traduzione che è sforzo, tensione, pressione, fatica logorante.
Lo stress è una risposta che si verifica quando un individuo percepisce un disequilibrio tra le richieste ricevute e le risorse disponibili. In altri termini, si può definire lo stress come una forma di adattamento di sé o del proprio ambiente in seguito a stimoli “robusti” che mira a ripristinare un nuovo equilibrio. Gli stimoli sono chiamati agenti stressanti proprio perché sono stimoli che mettono in difficoltà eccessiva l’individuo, c’è un surplus di difficoltà.
Una prima classificazione riguarda la qualità benevola o malevola, dividendoli in eustress e distress.Un tipo di stress è eustress, dove il prefisso “eu” significa “bene”. È un tipo di stress leggero che non provoca disturbi fisici o psicologici. Potrebbe coincidere con impegno, dedizione, concentrazione. Un po’ di stress è utile per lo studente perché altrimenti non si impegnerebbe a sufficienza. Per esempio è utile anche agli attori, non sarebbero concentrati e magari non reciterebbero bene. Ovviamente anche un eustress continuo per lunghissimo periodo, sarebbe comunque logorante. Altro tipo è il distress, dal greco dys che significa “in peggio”. Il distress, è riferito ad eventi e stimoli eccessivi e quindi è dannoso. In genere si tende a riferirsi principalmente al distress con il semplice termine stress, senza fare distinzione. Un’altra considerazione da fare è quella di considerare la percezione soggettiva dello stress. Lo stesso stress può essere percepito in maniera differente da individuo a individuo e quindi avere effetti differenti. Un individuo caratterizzato da un pensiero rigido e pessimista interpreterà un evento stressante in maniera notevolmente più sfavorevole e potenzialmente rischiosa rispetto a chi ha un approccio di pensiero più flessibile e ottimista. Ad esempio, di fronte a un ritardo del treno, una persona potrebbe reagire con ira e ansia, mentre un’altra potrebbe adattarsi alla situazione sfruttandola come un’opportunità per leggere un libro o chiamare un amico.
Una seconda classificazione viene fatta in relazione al tempo. Stress acuto se è circoscritto nel tempo, stress cronico se è costante nel tempo.
Gli effetti sono a carico somatico, sociale, psicologico
dal punto di vista somatico si può arrivare ad una depressione immunitaria, aumento di pressione arteriosa, vari dolori muscolari e scheletrici, tachicardia, insonnia, difficoltà gastrointestinali, mal di testa ecc. Dal punto di vista psicologico si possono trovare nervosismo, ansia, depressione, eccessiva tensione, difficoltà nelle decisioni, poca creatività, riduzione di memoria, ecc. Anche dal punto di vista sociale si trovano isolamento, maggiore aggressività, irritabilità, minore attenzione e disponibilità agli altri, ecc.
Ci sono correlazioni tra stress e alcuni disturbi psicologici e psichiatrici aumentandone le possibilità di insorgenza. Lo stress può aumentare le possibilità di insorgenza e l’intensità dei sintomi di:
Un discorso a parte può essere fatto per due disturbi mentali che hanno una loro propria classificazione e diagnosi all’interno del DSM-5 che è il manuale di riferimento per psichiatri e psicologi. Questi sono il disturbo da stress post-traumatico e il disturbo acuto da stress. Entrambi si manifestano in seguito a stress “fuori norma” che generano trauma, come per esempio pericolo di morte. Il disturbo acuto, come si diceva sopra, è relativo ad un breve periodo nel quale si rivivono attraverso la memoria l’emersione di ricordi traumatici. Se invece la persona è “rimasta bloccata” in quell’evento, lo stress e le reazioni psicologiche sono un po’ come se fossero ancora all’interno dell’evento il quale non fosse mai finito.
CI sono un’infinità di rimedi, io non starò ad elencarli perché cercando semplicemente in rete si trovano tantissime soluzioni, dalle più valide alle più fantasiose. Sono rimedi che teoricamente sono molto validi, ma poi serve tradurli per sé nella vita di tutti i giorni, compito non sempre facile. Il confronto con uno psicologo può aiutare a rendere la soluzione “su misura” e anche a vedere le situazioni con altra prospettiva. Visto che lo stress è una discrepanza tra risorse e richieste, una terapia può aiutare su entrambi i fronti. La terapia agisce sulle risorse, valorizzando ciò che già ci sia (autostima) e aumentandole direttamente. L’aiuto può focalizzarsi anche sulle richieste con la loro modifica e percezione.
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